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Caffè in ghiaccio salentino: una triste storia di caffè in Autogrill

da Ago 15, 2018Food2 commenti

Cibo e territorio vanno di pari passo, ve lo ripetiamo da anni e negli ultimi mesi ancor di più visto che una potente campagna mediatica contro Gallipoli e il Salento si è riversata sulla nostra terra negli ultimi mesi.
Il cibo, le ricette tradizionali sono il legame più rappresentativo della nostra terra. Abbiamo anche creato un tour enogastronomico con queste specificità per il nostro primo compleanno “Radici”, lasciando “parlare” gli ingredienti del nostro territorio.


Detto questo, una cosa ve la voglio dire, facendo una piccola premessa: non amo parlare e criticare il lavoro degli altri ma in questo caso è bene intervenire subito, per mettere dei paletti sulla linea di confine tra ciò che è tipicamente salentino e ciò che non lo è e che crea un’immagine distorta della nostra terra.
“The heart of the matter”, il nocciolo della questione è il caffè in ghiaccio.

Caffè in ghiaccio con o senza latte di mandorla e scorza di limone: questo è il caffè salentino

Vi starete chiedendo: tutta questa enciclica per un banalissimo caffè in ghiaccio?
Io vi rispondo che non è una questione banale quella che vi sto raccontando. Quando si parla di Radici e del nostro dna, non bisogna stare zitti e aspettare che qualcuno faccia o dica qualcosa al posto nostro.

Foodismo: il nostro brand manifesto parla di cibo, condivisione, tradizione e valori autentici del Salento. Per questo motivo il caffè in ghiaccio è una parte del nostro cuore

Di solito incontriamo persone amanti del Salento e delle cose belle e buone che la nostra terra offre. Generalmente i nostri Foodisti, turisti e visitatori, si trasformano in brand ambassador della nostra terra una volta tornati a casa e questo, nel nostro piccolo, nell’ambito del lavoro da noi svolto, ci rende orgogliosi e felici perché raccontare in modo veritiero e soprattutto autentico il tacco di Puglia, non è cosa semplice.

Caffè salentino: il fattaccio

Bene, al mio ritorno da Roma, mi ritrovavo sull’autostrada Napoli-Bari, all’altezza di Avellino, una manciata di giorni addietro (esattamente il 3 agosto) e in un simpatico Autogrill, mi imbatto in un altrettanto simpatico barman al momento della tanto sospirata pausa caffè, dopo essere stato in coda per un’ora sul GRA.
Il cameriere mi fa: “Visto che dall’accento vedo che lei è salentino, desidera un caffè proprio come lo fate voi, dalle vostre parti? Le servo, se vuole, un autentico caffè salentino.”
Io ero indeciso tra prendere sto benedetto “caffè salentino” come dice lui oppure un normalissimo caffè caldo in tazza rovente come di solito lo servono nella catena Autogrill.
In cuor mio sapevo che la fregatura era in agguato alle mie spalle (potete tranquillamente cambiare le parole di quanto ho appena scritto, mettere i giusti sinonimi al “posto giusto”, il colorito risultato finale non cambierà). Non assecondando il mio sesto senso, decido di provare questo benedetto caffè in ghiaccio.
Risultato deludente, caffè pessimo e soprattutto ho bevuto un caffè che salentino non è.
Non me la prendo con chi ci lavora lì dentro, purtroppo eseguono ordini e seguono ricette e procedure che qualcun altro sceglie per loro.
Ma vi supplico: non spacciate qualcosa per salentino, quando non conoscete usi, costumi e radici della nostra terra. Quella bibita che ho bevuto non è salentina e non è assolutamente rappresentativa del Salento.
Qui sotto vi posto due fotografie del bibitone che ho “degustato” in Autogrill, scontrino incluso.

Se volete farvi un’idea sulle ricette salentine potete tranquillamente acquistare, direttamente da Amazon, una fantastica guida ai sapori e ai piaceri del Salento

Fatevi un’idea di quanto vi ho raccontato e scrivete nei commenti qui sotto

Voi salentini o salentini adottati, come prendete il vostro caffè salentino? Scrivetelo nei commenti!

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